Un gradino importante nella vita di ognuno e’ quello di venire a patti con i propri razzismi interiori, perche’ tanti razzismi personali sono ben nascosti a chi li pratica. Di razzismi ce ne sono di vari tipi, con varie motivazioni, non sempre legati alla razza o alla religione, o perfino al mondo animale, molti razzismi li proviamo cosi’ frequentemente da diventare normali pensieri quotidiani. Dei tanti termini usati correntemente nelle politiche sociali ho sempre rifiutato la parola “tolleranza”, perche’ e’ una parola che crea muri. Le persone non si “tollerano”. Con le persone ci si parla, ci si capisce, e quando serve si arriva ad un compromesso buono per entrambi. Abbiamo il dovere di affrontare le situazioni, di chiarire i nostri pensieri, di dire come la pensiamo e sentire gli altri cosa pensano a loro volta. Abbiamo il dovere di ricercare sempre il bene e l’onesta’ per tutti, senza cercare di manipolarli continuamente. I vestiti o gli oggetti non ci rendono superiori, ne’ quanti soldi abbiamo e neppure i titoli accademici o familiari. “Rispetto ed equita’ ” sono parole che preferisco di gran lunga alla parola tolleranza. Rispetto anche per se’ stessi e per le proprie opinioni, ovviamente. Cosi’, da persone integre, ci si puo’ relazionare. Se esiste una situazione molto spinosa o pericolosa e il compromesso equo non si riesce a raggiungere, ci si rifa’ alle norme costituzionali o a quelle legislative, seguendo le linee che questa societa’ si e’ data per vivere democraticamente. Non si puo’ accettare tutto, non si puo’ rifiutare tutto. C’e’ un percorso di crescita che sta nel mezzo e che ci aiuta a formare la nostra idea di vita sulla terra nella quale i furbi in generale ma quelli dei partiti soprattutto, per quel che mi riguarda, non sono ammessi.
cri
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sono pienamente d’accordo con quello che hai scritto… bussi Pif ♥
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Un abbraccio ❤
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bussi 😉
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